Pro Loco di San Vero Milis



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Il paese



San Vero Milis (Santeru o Sant'Eru in sardo) è un comune italiano di 2499 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna. Il comune è posto a 10 m s.l.m. all'estremità nord-occidentale del Campidano, nella regione detta del Campidano di Oristano, a ridosso della catena del Montiferru, a un quarto d'ora dal mare.

È un importante centro agricolo e vinicolo, rinomato per la produzione artigianale dei canestri in giunco, per la produzione della vernaccia e la coltivazione dei mandarini; è conosciuto dagli amanti dei gatti per la colonia di gatti di Su Pallosu, per proteggere i quali si sono adoperati gli allora presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano e ministro della salute Beatrice Lorenzin.

Il comune di San Vero Milis è situato nella zona centro-occidentale della Sardegna all'estremo nord della pianura del Campidano e ai piedi del Montiferru. La zona occidentale del comune si estende in gran parte nella penisola del Sinis.

Il territorio è caratterizzato da un'ampia varietà di ecosistemi, dalle campagne al deserto alle alte scogliere. Nell'area interna e nella marina è da segnalare la presenza di diverse zone umide di grande importanza ambientale come gli stagni di Sale 'e Porcus e Is Benas. Queste oasi protette sono frequentate da varie specie di uccelli migratori tra i quali i fenicotteri rosa.

Nel territorio comunale si trova anche una piccola parte della baia di Is Arenas, caratterizzata da una delle più grandi estensioni di pini marittimi della Sardegna.

La conformazione pianeggiante e la presenza dell'acqua nel territorio del paese hanno consentito sin da tempi remoti lo sviluppo delle coltivazioni e quindi il costituirsi di insediamenti: sono facilmente visibili le testimonianze dell'uomo neolitico (IV-III millennio a.C.) che ha lasciato le tracce di almeno quattro villaggi e tre necropoli a domus de janas, e del periodo nuragico (II-inizi I millennio a.C.), con almeno 30 nuraghi, di cui il più grande, s'Uraki, è alle porte del paese.

In età fenicio-punica e romana il territorio è intensamente occupato con fattorie destinate allo sfruttamento agricolo: quest'area era, infatti, destinata a granaio di Cartagine, prima e di Roma, poi. Ma lo sfruttamento delle risorse riguardava anche altri aspetti, quasi certamente il sale di Sa Salina Manna e la pesca. A Capo mannu era ubicato un porto legato a queste attività: il Koracodes Portus.

Con la fine dell'epoca romana muta il quadro politico ed economico, molti degli insediamenti vengono abbandonati e la gente si riunisce in piccoli centri, alcuni dei quali ancora abitati. Le attività economiche non si basano più sulla monocoltura cerealicola ma, adesso, la produzione è più variata: vigne, oliveti, orti, allevamento, peschiere.

A partire dal medioevo è attestata l'attività delle saline, più tardi quella delle tonnare. Nel ‘500 anche la Sardegna era dominio spagnolo. Per creare una difesa dalle continue incursioni dal mare di turchi e barbareschi, vennero edificate lungo le coste, anche sanveresi, delle torri di avvistamento.

Nella frazione di Su Pallosu vive una delle colonie feline più antiche d'Italia, segnalata anche sul sito del FAI: i primi documenti risalgono alla fine degli anni quaranta del ventesimo secolo e viene visitata da più di tremila turisti l'anno[3]; la sua tutela ha interessato in veste ufficiale anche Giorgio Napolitano e Beatrice Lorenzin[2].







 

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